comevenderecasaverona.it

LA DIRETTIVA EUROPEA SULL’EFFICIENZA ENERGETICA

In questi giorni sta facendo discutere la nuova proposta di direttiva europea contenuta nel pacchetto “Fit for 55” che mira a migliorare l’efficienza energetica degli edifici in tutta Europa al fine di ridurre le emissioni di CO2.

Tutto giusto e corretto, fin qui.

Quello che non convince sono le tempistiche e l’incapacità dell’Europa di ragionare in termini concreti e non ideologici. 

Analizzando Il nostro Paese, vediamo che  è caratterizzato in gran parte da costruzioni vecchie e poco efficienti: il 75% appartengono alle 3 classi peggiori: E, F, G, che corrispondono a circa 9 milioni di immobili.

La proposta di direttiva prevede che entro il 1° gennaio 2030 gli immobili raggiungano un’efficienza energetica che corrisponda almeno alla classe E, entro il 1° gennaio 2033 alla classe D per arrivare a emissioni “zero” tra il 2040 e il 2050.

Tutto ciò significherebbe che in pochi anni dovrebbero essere ristrutturati milioni di immobili.

Questo porta con sé almeno due problemi rilevanti per il nostro Paese:

  1. si obbligano i cittadini a spendere soldi (per come è stata proposta al momento). Per carità per il miglioramento dell’efficienza energetica sono previsti degli incentivi dal Pnrr (Piano Nazionare di Ripresa e Resilienza) e dal Fondo sociale per il Clima. Ciò non toglie che comporti un importante esborso per le famiglie italiane; secondo alcune stime il costo totale sarà di oltre 1.400 miliardi di euro (il 66% del PIL italiano);
  2. peggioramento di un settore già parecchio sotto stress. Nell’ultimo anno, per effetto degli incentivi dei vari bonus fiscali, tutto il settore edilizio versa in una situazione difficile dove le imprese non riescono a sostenere l’enorme mole di lavoro. Questa situazione ha portato ad un aumento del costo delle materie prime (oltre alla difficoltà di reperirle), eliminato i margini di contrattazione e anzi, alzato i costi finali perché “tanto la metà (se non di più) la paga lo Stato”.

Se dovesse entrare in vigore questa proposta di direttiva, tutti i disagi che stiamo vivendo in questo momento aumenterebbero a livello esponenziale, andando a peggiorare ulteriormente la già quasi insostenibile situazione attuale.

Facciamo inoltre un piccolo ragionamento insieme ad ampia scala, alzando lo sguardo al di fuori del nostro  orticello.

Voglio fare una premessa: è giusto tutelare il Pianeta, avviare una transizione ecologica e sensibilizzare le persone su questo argomento.

Guardiamo però il quadro generale.

Secondo il GCB (Global Carbon Budget 2022) che calcola le emissioni di CO2 causate da attività umane, tutta l’Europa nel 2022 ha emesso circa il 7,5% delle emissioni di CO2 del mondo, cioè 2,8 miliardi di tonnellate su 37,5 miliardi.

Se prendiamo in considerazione il nostro Paese, l’Italia emette poco più di 410 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, dato ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) 2021.

Di queste, meno del 40% sono causate dal settore edilizio, quindi parliamo all’incirca di meno di 170 milioni di tonnellate all’anno.

Secondo alcune stime, le misure di questa “ondata di ristrutturazioni” (Renovation Wave, così la chiamano i campionissimi) ridurrebbero di oltre il 40% queste emissioni.

Facciamo finta che le riducono totalmente, del 100%.

Sarebbe davvero rilevante?

Certo 170 milioni di tonnellate sembrano tantissime,  tuttavia parliamo dello 0,46% delle emissioni globali, cioè di tutto il pianeta!

Di contro, guardiamo il quadro generale e spostiamoci in Cina ad analizzare un paio di dati per contestualizzare ancora di più questi numeri.

Solo la Cina emette 11,4 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno.

Mentre l’Europa si preoccupa per le emissioni di CO2 degli immobili in classe G, la Cina ha ancora centrali a carbone (sulle quali sta tutt’ora investendo) che ne emettono 5 miliardi di tonnellate.

Solo le centrali a carbone della Cina emettono quasi il doppio della CO2 di TUTTA EUROPA.

E se pensiamo che “da quelle parti” il vento cambierà possiamo pure stare freschi.

Certo, noi possiamo fare il nostro e contribuire nel nostro piccolo a migliorare le condizioni del pianeta (anche se da soli non riusciremo mai a combinare nulla) ma la vera domanda da porsi è:

Ne vale davvero la pena costringere gran parte dei cittadini a sborsare denari (che magari non hanno) e portare forti scompensi ad un mercato edilizio già di per sé gravemente “sballato” in nome di una transizione ecologica sfrenata, inutile (per l’ambiente) e costosissima?”.

Per la salvaguardia del pianeta è giusto guardare ad un futuro più sostenibile ma questo futuro non può essere da qui a 10/15 anni e soprattutto non può riguardare solo noi europei.

Serve più tempo e se si vuole realmente cambiare qualcosa in meglio serve un piano globale portato avanti all’unisono.

Detto questo, la direttiva probabilmente andrà comunque avanti, perciò dobbiamo concentrarci su ciò che di buono ne possiamo trarre.

Molti players del comparto immobiliare si sono mossi avanzando delle proposte che permettano di ottenere questa svolta green in maniera che gravi il meno possibile sui cittadini.

Riporto un intervento del presidente nazionale Fiaip Gian Battista Baccarini:

Perchè il cittadino possa considerare la transizione ecologica immobiliare un investimento, quest’ultimo deve avere due caratteristiche imprescindibili: essere il frutto di una scelta volontaria ed essere messi nelle condizioni di poterselo permettere, caratteristiche entrambe assenti nell’attuale impostazione europea.

I cittadini vanno supportati ed accompagnati nella svolta green, partendo dal presupposto che tutti desiderano vivere in case efficientate sia per migliorare la qualità di vita, sia per risparmiare sui costi energetici, ancor più in questo periodo, ma è necessario creare le giuste condizioni.”

Il concetto che ha voluto sottolineare il Presidente dell’associazione di cui faccio parte è che questa svolta deve essere voluta dallo stesso cittadino e non imposta.

Per essere voluta dal cittadino bisogna fare in modo che quest’ultimo abbia più benefici nel seguire questa “renovation wave” rispetto al rimanere nello stato attuale.

Per questo Fiaip ha avanzato proposte di strumenti incentivanti “coperti finanziariamente” da un fondo energetico Europeo, ad esempio:

  1. incentivi fiscali immobiliare strutturali fino al raggiungimento degli standard energetici prefissati
  2. forme di finanziamento agevolate (es. prodotti finanziari dedicati e garanzie statali).

Infine la domanda delle domande:

“Che conseguenza avrà questa direttiva sul mercato immobiliare?”

Nessuno può saperlo con certezza, certo ci aspettiamo delle dinamiche di mercato diverse dalle attuali.

Secondo Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, ad esempio, i rischi sono “gravi e diversi” a partire dal deprezzamento in primis degli immobili con bassa efficienza energetica e a seguire molto probabilmente anche tutti gli altri, oltre ai problemi, in parte già accennati,  di aumento dei prezzi di tutti i lavori edilizi e il fermo dell’essenziale opera di miglioramento sismico.

Riguardo a tutta questa faccenda, cosa ne pensi?

Faccelo sapere!

Luca Ronca

E il team Erreci Immobiliare – Vendi Veloce e Sicuro –

Vuoi vendere casa? Prenota ora la tua Consulenza Immobiliare gratuita, clicca qui!

Vuoi scoprire cosa si cela dietro le “Valutazioni Immobiliari gonfiate”? Clicca qui.

Clicca qui invece per scoprire i 4 STEP per una Compravendita di successo.

Vuoi ricevere una valutazione provvisoria del tuo immobile per avere un’idea di quello che potresti guadagnare dalla sua vendita? Clicca il link qui sotto!

www.erreciimmobiliare.info

Vuoi leggere altri articoli del nostro blog?

Clicca qui!

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: